HAROLD MABERN, “JAZZ PIANO LEGEND” – 9 settembre 2014 – articolo di Nicola Ricci
Una leggenda del piano jazz. Con questa definizione è stato presentato Harold Mabern, veterano dellla musica arrivato in città per un evento speciale il 9 settembre al ridotto del Teatro Sociale.
Mabern è nato nel 1936 e alla fine degli anni Cinquanta, quando si trasferisce a New York, decide di inserirsi nel mondo dei jazzmen, guadagnando così la fiducia di nomi di rilievo come Sonny Rollins, Sarah Vaughan, Lee Morgan e molti altri. Lo nota anche Miles Davis, che lo vuole con lui per una tournée negli Stati Uniti nei primi mesi del 1963, proprio nel periodo in cui sperimenta nuove soluzioni stilistiche con il quartetto in cui milita un giovane George Coleman al sax tenore.
Mabern racconta volentieri le sue esperienze. “Naturalmente fare il leader di un gruppo è un traguardo, ma essere un valoroso sideman è un’arte particolare” rivela dopo aver terminato le prove, “perché ad ogni occasione devi entrare nella giusta sintonia con gli altri e confrontarti con mondi espressivi costantemente diversi. Questo determina la crescita di un pianista, si impara molto e ci si fa apprezzare dagli altri strumentisti”.
“Se tu vai a New York City”, prosegue, “puoi trovare un gran numero di locali dove poter incontrare nuovi musicisti e fare esperienze preziose, come lo Smoke Club, a Broadway. Ci sono tanti giovani che suonano con passione ed è un piacere per me ritrovarmi insieme a loro per le jam-sessions, non mi accorgo nemmeno che passano le ore. E poi esiste ancora lo storico Birdland, ispirato da Charlie Parker: anche se alcuni anni fa è stato spostato dalla prima sede è rimasto un luogo di culto per chi ama veramente il jazz”.
Insieme a lui hanno suonato il sassofonista Valerio Pontrandolfo, già collaboratore di Steve Grossman, il contrabbassista Luca Pisani, il chitarrista John Webber, allievo dello stesso Mabern alla Paterson University, ed il funambolico batterista Joe Farnsworth. Durante l’esibizione, iniziata proponendo The Night Has A Thousand Eyes, il quintetto non si risparmia, rilegge ogni brano da punti di vista personali e Mabern riesce ad inserire in ogni suo assolo una girandola di idee e di temi diversi (anche una melodia degli Steely Dan).
Pontrandolfo rivela la sua personalità di sassofonista tra i migliori della sua generazione e Farnsworth si lancia con vigore in un assolo di batteria, incitato dagli altri componenti. Al termine, Mabern esegue in solitudine My Favorite Things unendo efficacemente il celebre tema con un brano di Quincy Jones del periodo funky (Ai-No Corrida). “Ho voluto farlo perché quel pezzo mi è sempre piaciuto”, confida prima di partire, “credo proprio che ne inciderò una mia versione un giorno o l’altro…”
Dopo questo splendido inizio, il Rovigo Jazz Club riprende i concerti con la rassegna d’autunno dal 18 ottobre al 30 novembre, con un programma che manterrà vivo l’interesse degli iscritti e degli estimatori.